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Chernobyl

Chernobyl

Appena uscita ha conquistato pubblico e critica, un compito non semplice per una mini serie tv su un disastro nucleare, eppure il successo è più che meritato, non solo è uno dei migliori prodotti degli ultimi anni, ma è anche un importantissimo spunto per imparare dai nostri errori. Mi raccomando, se decidete di proseguire, attenzione agli spoiler che potrebbero esserci, siete avvisati!

Raramente ho visto una serie mettere tutti d'accordo così, per farvi capire la portata dell'evento prenderò d'esempio la classifica dei migliori prodotti per la TV del famoso sito IMDB, Chernobyl appena uscita è schizzata in testa con un voto medio di 9,5 su 10 e quasi 305 mila votazioni! Dietro troviamo Planet Earth II (2016) con lo stesso voto ma su una base di 76 mila voti ed un altro capolavoro targato HBO, Band of Brothers (2001) con 9,4 su 10 e quasi 327 mila votanti. In questa classifica due mostri sacri come Breaking Bad e Game of Thrones sono quinto e sesto!

Ma è davvero meritato tutto questo clamore? A costo di bruciarvi l'interesse di leggere tutto l'articolo lo dico subito, secondo me sì, ampiamente, HBO riesce di nuovo nell'impresa di raccontare un avvenimento storico in modo molto accurato, pur prendendosi qualche licenza, facendocelo vivere in modo viscerale e lasciandoci più di uno spunto su cui riflettere.
In cinque episodi da circa un ora partiremo proprio dal momento del disastro e dei successivi concitati giorni, proseguiremo nei mesi successivi in cui le operazioni per arginare i danni sono affiancate alle indagini fino ad arrivare al processo avvenuto circa un anno dopo.

Pur parlando di un disastro e toccando argomenti tecnici la serie non solo si fa guardare ma cattura lo spettatore in una spirale che alimenta la voglia di vedersi gli episodi uno dietro l'altro. Non commettete l'errore di immaginare una serie lenta e noiosa a causa del taglio documentaristico, molti commisero questo errore all'epoca di Band of Brothers, non è così, queste serie trattano argomenti molto pesanti ma lo fanno in modo di arrivare allo spettatore, di prendergli lo stomaco, strizzarlo e fargli sperare che sia tutta una finzione perché eventi così nono dovrebbero accadere.

Le cinque ore abbondanti di Chernobyl sono un viaggio all'interno di una delle più grandi catastrofi della storia e che solo grazie al coraggio di molti uomini non ha avuto conseguenze ancora peggiori. Grazie anche alle interpretazioni, ed ancora di più alle immagini, guardare questa serie è un esperienza emozionante, drammatica, dolorosa e violenta.
Un vero capolavoro con non solo una valenza storica ma anche una grossa importanza per il futuro grazie alle riflessioni che dovrebbe innescare in chi lo guarda, soprattutto su come tutti i processi democratici, che mai come in questo periodo vengono considerati da molti delle complicazioni inutili, siano in realtà dei meccanismi di salvezza per evitare che disastri del genere si ripetano.

Ma aldilà della cronaca, dei giochi di potere e del tentativo di insabbiare la verità la serie ci fa riflettere su una qualcosa di molto semplice, le menzogne, su come spesso inizino come una piccola bugia ma che spesso una dopo l'altra finiscano per accumularsi fino a farci credere ad una storia irreale.
La scena finale della serie è emblematica, uno dei protagonisti, il fisico Valerij Alekseevič Legasov, riflette "Per essere uno scienziato bisogna essere ingenuo. Siamo così dediti nella nostra ricerca della verità, che non ci accorgiamo che in pochi vogliono che la troviamo. Ma è sempre lì, che la vediamo o meno, che lo vogliamo o no. Alla verità non interessa ciò che ci serve o ciò che vogliamo. Non le interessa dei nostri governi, delle nostre ideologie, delle nostre religioni. Resterà ad aspettare per tutto il tempo necessario. E questo, alla fine, è il dono di Chernobyl. Mentre una volta avevo paura del costo della verità, ora mi chiedo solo: qual'è il costo delle bugie?"

Game, set, match!

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Classe '78, Varesino e Ducatista.

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Nostalgico degli ineguagliabili anni 80.

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