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Generazione 56K

Generazione 56K

Lo ammetto, sono un pò prevenuto verso le produzioni italiane, ho guardato questa serie più che altro per curiosità, visto il coinvolgimento dei The Jackal, ed invece sono rimasto piacevolmente stupito! Una volta finita non ne avevo abbastanza e ne avrei voluto ancora, vi racconto perchè! Mi raccomando, se decidete di proseguire, attenzione agli spoiler che potrebbero esserci, siete avvisati!

Disponibile dal primo luglio su Netflix la serie è una produzione Cattleya con la collaborazione dei The Jackal, se non sapete chi sono non so cosa dire (fate una ricerca su Youtube), ma non aspettatevi la classica impostazione comica del gruppo. L'idea di questa serie è di Francesco, come anche la regia dei primi quattro episodi, e merita un enorme applauso, mentre sullo schermo compaiono Fru e Fabio che riescono a mettere i loro personaggi al servizio della storia.
Generazione 56K è una serie leggera, estiva, otto episodi da mezz'ora li si divorano in fretta e, di base, è una commedia incentrata su una storia d'amore. Descritta così può sembrare banale, ed un pò lo è, anche il finale, pur se non scontatissimo, è ampiamente prevedibile. Il prodotto inoltre è tutt'altro che perfetto, un critico serio, che io non sono, sicuramente vi elencherebbe una serie di difetti.

E allora? E allora non potete perdervi questa serie perchè quanto ho appena detto passa in secondo piano, Generazione 56K ha la capacità di arrivare al cuore, e non è solo l'effetto nostalgia degli anni 90, la serie è genuina, divertente e risulta dannatamente reale finendo per farvi ridere, disperare, gioire e commuovervi. Per farvi capire cosa intendo mi servirò di un paragone, è come il piatto della nonna, spesso è una ricetta semplice ma nel farla mille volte la nonna ha oramai trovato il perfetto equilibrio degli ingredienti, aggiungeteci qualche piccolo segreto ed il riaffiorare di quelle emozioni che si possono provare solo da bambini e... e ci si trova davanti ad un piatto irresistibile che tocca corde che anche il miglior piatto di uno chef stellato non riesce a toccare.

Ecco Generazioni 56K è così, sarà semplice ma ha un generale equilibrio che funziona benissimo, i due protagonisti fanno un ottimo lavoro ma tutti i comprimari danno il loro contributo, i momenti più seri sono ben bilanciati con quelli più divertenti, ed anche i salti temporali tra il 1998, con i protagonisti alle medie, ed i giorni nostri funzionano, è non è scontato, oramai flashback e salti nel tempo sono inflazionati e in alcuni casi inseriti senza un senso o a forza risultando stucchevoli, in questo caso invece sono perfettamente funzionali al racconto.
E così alla fine una serie leggera si permette anche di dare qualche piccola lezione sulle scelte, il coraggio nel prendere alcune decisioni ed allo stesso tempo la paura, di perdere tutto e di crescere. In tutto questo ho davvero apprezzato il non dipingere la "vittima sacrificale" come il cattivo, anzi, per certi versi lui è più perfetto del protagonista, ma l'amore non ha regole ed a volte segue strade strane ed incomprensibili.

I personaggi, anche i comprimari, sono ben caratterizzati e ben recitati, a spiccare sono ovviamente i protagonisti e se Angelo Spagnoletti fa un buonissimo lavoro con Daniel, Cristina Cappelli con la sua Matilda buca letteralmente lo schermo, vederla in lacrime sotto la pioggia fa venire una voglia irresistibile di correre ad abbracciarla. L'ho scritto diverse volte, se una serie, o un film, hanno la capacità di scatenare, negli spettatori, empatia verso i protagonisti buona parte del lavoro è stato fatto, perchè tutto il resto passerà in secondo piano, e Generazione 56K ci riesce ottimamente.

A completare la ricetta aggiungete una collezione di easter egg sparsa su tutte le otto puntate ed una colonna sonora di perfetto accompagnamento con anche le giuste chicche, immancabili gli 883 e quando parte il Karaoke su Come mai vi sfido a non mettervi a cantare! Alla fine il difetto più grosso di Generazione 56K è che finisce troppo in fretta e che vi stimolerà la voglia di rivederla una seconda volta.

Insomma, concludendo, secondo me vale ampiamente la pena investire quattro orette per vedere Generazione 56K, buona visione!

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Classe '78, Varesino e Ducatista.

Appassionato di motori, fotografia, tecnologia, Lego, videogiochi, fumetti, film, serie tv...

Nostalgico degli ineguagliabili anni 80.

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