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Olympus Pen E-P7

Olympus Pen E-P7

Nel 2021, dopo otto lunghissimi anni, è finalmente uscita l'erede della leggendaria Olympus E-P5 ed io non potevo non averla subito. C'è voluto un anno e mezzo per scriverne perchè per me è stata una grossa delusione ma è anche diventata la macchina che ho sempre con me e che uso di più, provo a spiegarvi perchè...

Piccola premessa, in questi articoli scrivo delle piccole "recensioni" di alcune mirrorless Olympus e delle lenti che uso, non aspettatevi una dettagliata recensione con gamma dinamica, resa del sensore ed altri tecnicismi, se vi interessano queste cose in internet ne trovate un milione e, soprattutto, di persone più competenti di me. Le mie saranno opinioni personali sull'utilizzo di macchine e lenti, su cosa mi piace e cosa meno.

Partiamo dal principio, la serie E-P delle Pen è quella che ha dato il via alla storia delle mirrorless di casa Olympus, è stata infatti la E-P1 nel lontano 2009 la capostipite del micro 4/3. Era davvero innovativa per l'epoca, tanta qualità ed ottiche intercambiabili in un corpo minuscolo ed elegante e con soluzioni geniali, ad esempio le classiche due ghiere erano sostituite da una verticale sull'appoggio del pollice e l'altra rendendo ruotabile la corona attorno ai tasti funzione. Ma se le altre linee della gamma Olympus, le OM-D M10, M5, M1 e la Pen E-PL (tralascio la Pen E-PM che è stata abbandonata quasi subito), hanno avuto un'evoluzione costante e regolare questa storica linea ha avuto vita complicata. Dopo pochi mesi dall'uscita dell'E-P1 è uscita la E-P2, identica alla prima ma con un connettore sotto alla slitta del flash che permetteva di collegare un mirino esterno, e due anni dopo la E-P3 con piccoli aggiornamenti ed un impugnatura più pronunciata. 

Nel 2013 oramai le mirrorless stavano crescendo, la gamma Olympus si stava popolando e venne presentata anche l'ammiraglia del marchio, ma nello stesso anno la serie Pen E-P ricordò a tutti di che pasta era fatta con l'uscita di quel capolavoro della E-P5. Arrivò timidamente, piccola e leggera, ma da subito si permise di bullizzare la top di gamma e di prendere a schiaffoni la M5 uscita solo un anno prima. In molti la chiamano un M1 in miniatura ed anche se può sembrare un esagerazione, tolta tropicalizzazione ed un AF meno evoluto, non aveva molto da invidiare alla sorellona maggiore, il tutto in un corpo tascabile ed elegante.
Non so se la causa fu proprio l'aver provato a pestare i piedi alle sorelle maggiori, collocandosi per caratteristiche direttamente tra M5 ed M1, ma di fatto la serie E-P sembrò aver chiuso con lei, anche se nel 2016 arrivò la "one off" Pen F che per certi versi ne ereditava il ruolo, mandando in prepensionamento la M5 MkII uscita un anno prima e, anche in questo caso, salvo per tropicalizzazione e AF, facendo la voce grossa con la top di gamma M1 MkII uscita lo stesso anno.

La Pen F però, che continuo a ritenere uno dei migliori corpi macchina mai visto, osò ancora più della E-P5, forse troppo, e se l'aggiunta del mirino laterale al posto del flash è un capolavoro, la sostituzione del monitor tiltabile con quello orientabile la limita proprio su quello che dovrebbe essere il suo campo di battaglia, la fotografia street e di viaggio, e proprio per questo nonostante sia profondamento innamorato della Pen F, ne ho due, la E-P5 è rimasta a lungo la macchina che ho usato di più portandola sempre con me. Il bello è che ha caratteristiche da pro in un corpo piccolo, leggero ma anche dannatamente versatile, la porta sotto la slitta del flash non solo permette di collegare un mirino esterno quando necessario ma anche diversi accessori tra cui le comodissime luci led MAL-1 che ancora uso abbinate al 30 Macro. Quando avevo solo due corpi macchina non ha mai sfigurato facendo qualsiasi cosa le chiedevo, nei viaggi il secondo corpo per le foto grandangolari (ed anche qui lo schermo tilt vince), ad esempio mentre la M5 MkII montava il 12-100 con lei in Francia usavo il 7,5 Laowa e ad Indianapolis il 7-14 2,8, ma in più di un occasione si è anche trovata a "cacciare" con il 40-150 2,8 mentre sulla M5 MkII avevo il 300 F4 ed ha sempre portato a casa il risultato.

Tutta questa lunga premessa mi serve per spiegare quanto era alta la mia aspettativa quando è stata annunciata la E-P7, in fondo un anno prima era uscita la M1 MkIII e due anni prima la M5 MkIII, la serie E-P finalmente avrebbe di nuovo tirato fuori i muscoli alle Pen rompendo le scatole alle pro e semi pro e... e invece no e la delusione è stata enorme. Appena presa in mano si notano le differenze, l'utilizzo di materiale composito le fa perdere quella sensazione di blocco di metallo indistruttibile ma ci sta, è la nuova strada, ed ha molto più senso su questa che sulla M5, perchè le fa guadagnare in leggerezza. Per strada però perde la levetta che permette di cambiare la funzione alle ghiere e che io trovo comodissima e la porta accessori quindi niente mirino esterno alla bisogna e nemmeno luci led o altri accessori.
Ma è accendendola e cominciando e personalizzare le configurazioni per le proprie esigenze che ci si rende conto che questa macchina non ha la pasta della mamma E-P5 e della zia Pen F, il menù di configurazione è scarno e con molte meno opzioni, ad esempio non posso personalizzare il tasto funzione delle lenti pro, scegliere se dare priorità all'IS della macchina o a quello della lente, l'IS si può accendere o spegnere e basta (niente modalità verticale, orizzontale o auto) e, rimanendo sulla stabilizzazione, non ha il sync IS che non aveva nemmeno la E-P5 ma sono anche passati 8 anni, nel frattempo sono uscite, e stanno uscendo, lenti stabilizzate ed anche la Pen F lo aveva.

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Insomma questa E-P7 non solo non fa a pugni con la M5 MkIII e non prova a prendere a schiaffi la M1 MkIII, pur avendoli un pò di muscoli non ha minimamente il coraggio di usarli tanto da passare davanti solo alla recluta E-PL9 e di chiedere a malapena "permesso", e con poca convinzione, alla M10 MkIV. Ma è davvero sbagliato? Per me sognatore, e cresciuto negli anni 80/90, sì... la E-P5 e la Pen F sono state un pò come la Clio WIlliams, o la Uno turbo, macchine nate come utilitarie per tutti ma trasformate in mostri in grado di rivaleggiare con auto ben più grosse e potenti, una goduria. Ci ho messo un anno e mezzo per far passare la delusione, usare in modo razionale questo corpo macchina e scrivere questo articolo. Mi sono reso conto che forse sto solo invecchiando facendomi prendere dalla nostalgia, i tempi sono cambiati, in fondo anche mostri come la Clio WIlliams non si vedono più, e le aziende del mondo fotografico devono far quadrare i conti in un mercato in difficoltà e questo vuol dire anche razionalizzare la gamma.

Una volta smesso di pretendere di far mangiare la polvere ad una sportiva con un utilitaria ed usando la E-P7 per quello che deve fare, in fondo la caccia fotografica con un cannone come il 40-150 2,8 non è quello per cui è nata, mi sono reso conto che il suo lo fa ed anche bene, è piccola, leggera, tascabile ed elegante, lo schermo tilt la rende perfetta per la street e come secondo corpo in viaggio, il sensore da 20mb ed il nuovo processore le fanno guadagnare tutti quei profili colore e BW comodissimi per chi come me non usa photoshop ma edita direttamente in OM Workspace. E se il nuovo profilo monocolore è già presente in altri corpi Olympus qui è comodissimo impostarlo e richiamarlo con la levetta frontale per avere subito una preview di quello che si sta scattando, si può poi avere il jpg già pronto o richiamarlo sul raw in OM Workspace se si vuole fare ulteriore sviluppo. La E-P7 è come una moderna utilitaria, fa quello che deve fare e lo fa anche bene senza però avere quel piglio e quella versatilità di chi l'ha preceduta. Per mia fortuna ho un ampia collezione di Olympus e posso permettermi di usarla esattamente per quello per cui usavo negli ultimi tempi la E-P5, corpo da avere sempre nella borsa del lavoro, o in tasca, per fare street e BW, per altre cose posso usare altro e così alla fine ha fatto quello che doveva, è davvero diventata l'erede della E-P5 anche se questa avrà sempre uno spazio nel mio cuore (ed anche nelle mie borse, in questi giorni la sto usando con un pinhole, non riesco a pensionarla!).

Per concludere direi che la E-P7 è la macchina perfetta se volete usarla per fare street e bianco e nero, da prendere seriamente in considerazione anche come secondo corpo in viaggio, coi grandangolari lo schermo tilt è comodissimo, ma se volete usarla anche in altri ambiti guarderei altrove. Senza impegolarsi sull'usato, e guardando solo al nuovo, la M10 MkIV la si porta a casa a 150€ meno e ne bastano 200€ in più per avere la semi pro M5 MkIII (che per altro è in calo visto l'uscita della OM-5).

LE TRE COSE PER CUI LA CONSIGLIO
- Dimensione e peso la rendono tascabile.
- Lo schermo tiltabile la rende perfetta per la street ma anche per fotografia di viaggio o con grand'angolari e fisheye.
- Per il bianco e nero, il nuovo profilo monocromatico, abbinato alla levetta frontale, sono comodissimi.

LE TRE COSE PER CUI LA SCONSIGLIO
- Se potrebbe servirvi, anche saltuariamente, il mirino, qui non si può aggiungere nemmeno quello esterno.
- Se state pensando ad un solo corpo tuttofare, con un costo di poco maggiore si può avere molto di più sacrificando solo la tascabilità.
- Se state pensando ad un erede della Pen F, qualcuno me l'ha chiesto, la Pen F è di un altro livello ed è ancora attualissima nonostante gli anni.

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Classe '78, Varesino e Ducatista.

Appassionato di motori, fotografia, tecnologia, Lego, videogiochi, fumetti, film, serie tv...

Nostalgico degli ineguagliabili anni 80.

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